4 novembre 2016
di Mafalda Palomba 

Sembra quasi una notizia sorprendente, ma invece per i cultori della lingua non lo è stata, stiamo parlando del fatto che la lingua italiana è la quarta lingua piu’ studiata al mondo, dopo l’inglese, lo spagnolo e cinese.
Cerchiamo di analazziare questa notizia. È abbastanza logico capire le motivazioni che inducono a studiare l’inglese, è la lingua di un miliardo e mezzo di persone ed è la principale lingua franca del Mondo. Per quanto concerne lo spagnolo, questa è una lingua di mezzo miliardo di parlanti ed è in  continua diffusione, soprattutto negli Usa; il cinese! Per quanto concerne il cinese, non solo è la prima lingua di un miliardo e mezzo di parlanti, ma è la lingua del principale paese emergente e seconda potenza mondiale.

E poi arriviamo finalmente all quarta lingua in graduatoria, ovvero la nostra bella « lingua italiana ».  È sicuramente una lingua di poco più di sessanta milioni di parlanti, forse settanta se ci mettiamo dentro eritrei, albanesi, somali che lo conoscono e un po’ di italiani all’estero, di un paese relativamente piccolo. Andiamo a studiare e a dare una motivazione a questo posto in classifica. L’italiano è la lingua franca di uno dei principali soggetti geopolitici mondiali, ovvero la Chiesa Cattolica. La lingua ufficiale della Chiesa, come si sa, è il latino, ma quella in uso fra i prelati di nazioni diverse è  l’Italiano che è parlato correntemente in Vaticano ed usata prevalentemente dal Papa, vescovo di Roma. Ed anche inusp tra gli ordini religiosi com i salesiani o i gesuiti.

Inoltre, l’Italia è uno dei Paesi che ha avuto una cospicua emigrazione nell’ultimo secolo: circa 40 milioni di persone sparse in vari Stati, come in Argentina, Usa, Canada, Australia, Germania, Francia e Belgio e non pochi figli e nipoti si sono mantenuti bilingui.  L’italiano è la lingua principale del melodramma e nel mondo ci sono tanti melomani che apprezzano molto la nostra musica lirica, basti pensare al successo mondiale avuto da Pavarotti dagli anni ottanta in poi.

E ovviamente non possiamo dimenticare la parte letteraria. La letteratura italiana è sicuramente una delle primissime a livello mondiale; ci basta sottolineare come essa abbia uno sviluppo continuo nel tempo da XIII secolo in poi, con capolavori di livello mondiale, in tutti i secoli.

Non sorprende che ci siano autori italiani, da Petrarca a Gramsci o Leopardi,  più amati e letti all’estero che in Italia.  L’arte italiana, in particolare del Rinascimento  spiega le motivazioni del pechè  l’Italia sia una delle principali mete turistiche nel Mondo. E nulla da dire ovviamente sulla gastronomia, la moda nel Mondo  che parlano spesso italiano.

Il Professor Luca Serianni, storico della lingua italiana all’Università La Sapienza di Roma, nonchè moi docente ai tempi dell’universita’,  e vice presidente della Dante Alighieri, ha condotto indagini sulla storia linguistica italiana dal Medioevo a oggi, e sulla diffusione dell’italiano nel mondo. Socio dell’Accademia della Crusca e dell’Accademia dei Lincei, nel 2002 ha ottenuto la laurea honoris causa nell’Università di Valladolid, ed è direttore delle riviste Studi linguistici italiani e Studi di lessicografia italiana. Nel 2010 Serianni è stato nominato all’unanimità vicepresidente della Società Dante Alighieri.

In una intervista a « La VOCE di New York » ha spiegato :  « L’Italia continua a godere di un’immagine positiva come paese di grande cultura (pensiamo non solo all’arte e alla classica cultura alta, ma anche alla musica pop al cibo), espressione di uno stile di vita gradevole, favorito dalla mitezza del clima. Anche se negli ultimi decenni l’Italia è arretrata come meta turistica internazionale, a causa dei prezzi alti e dei cattivi collegamenti — pensiamo solo alla difficoltà di raggiungere il Mezzogiorno, con le sue spiagge –, questa immagine positiva continua a farsi sentire. E non si possono trascurare lo studio e il lavoro: nel 2010 quasi la metà degli apprendenti si riconoscevano appunto in una di queste due motivazioni.

Nell’intervista, alla domanda : quali sarebbero le strategie più adatte per favorire lo sviluppo dell’italiano all’estero?

In primo luogo strategie indirette. Soprattutto una: potenziare il turismo, investendo di più in un comparto che i governi italiani stranamente trascurano. La conoscenza diretta di un altro paese suscita sempre, in una minoranza di visitatori, lo stimolo a familiarizzarsi con la sua cultura, a stabilire rapporti diretti con i suoi abitanti: dunque a imparare la lingua del luogo.

Noi alla Dante Alighieri di Winnipeg, cerchiamo di portare avanti la logica del mantenimento e diffusione di questo Idioma,  un linguaggio proprio e particolare di un popolo, di una regione o di un ambiente culturalmente definito. Attraverso le nostre attivita’, con i bamini dal pre-asilo fino al livello 12 e con i nostri corsi per gli adulti, cerchiamo anche di mantenere la cultura ( in senso stretto) e le tradizioni di una volta.